Nel giardino dei Tarocchi sono rappresentate le 22 carte dei Tarocchi (Arcani maggiori) in ciclopiche sculture, alte circa 12/15 metri, ricoperte di mosaici in specchio, vetro pregiato e ceramiche.
Durante la visita incontriamo: “Il Mago” con la sua mano ricoperta di piccole tessere di specchi, sotto “la sacerdotessa” con una bocca con cui la scultrice ha voluto fare un omaggio al giardino di Bomarzo da cui fuoriesce una piccola cascata di acqua che scivola su dei gradini ricoperti di sfoglie di ceramica, finendo in una fontana dove al centro si muove la ruota della fortuna con i suoi getti d’acqua.
Vicino troviamo la carta della forza, rappresentata da una figura femminile che, con un guinzaglio invisibile, predomina la forza brutale di un drago ricoperto di un manto di specchio verde.
“il sole” a forma di uccello posato su un arco, “la morte,” che cavalca un cavallo con una falce nella mano, il diavolo, “il mondo,” “il folle,” “ il papa”.
La carta dell’impiccato è posta all’interno dell’albero della vita, più avanti c’è “la giustizia,” una figura femminile con all’interno una macchina che rappresenta l’ingiustizia, bloccata da un cancello con un grosso lucchetto; “gli innamorati” rappresentata da Adamo ed Eva in un simpatico pic-nic.
“L’eremita,” “la torre, “l’imperatore,”che è rappresentato da un castello dove all’interno è sorretto da diverse colonne rivestite con mosaici in specchio e ceramiche. Vi troviamo anche scene di caccia, draghi, uomini feriti e una fontana che rappresenta la lussuria, con delle donne che giocano con l’acqua. La carta “dell’imperatrice” è a forma di sfinge, dove all’interno c’è un gran salone, un bagno e una piccola stanza da letto; in questo luogo ha vissuto e lavorato per diverso tempo l’ideatrice del progetto.
All’interno vi sono anche “il carro,” “la stella,” “il giudizio.” Infine “la luna” e “la temperanza”, quest’ultima posta sopra una chiesina internamente rivestita di specchio e un altarino con sopra una Madonna negra in ceramica.
Nel 1979 iniziarono i primi lavori del Giardino dei Tarocchi; l’ideatrice fu una scultrice francese di fama mondiale : Niki de Saint Phalle. Con questo giardino fantastico, la scultrice corona un suo sogno che ha inizio sin dai primi anni della sua attività. La molla che fece scattare l’impetuosa voglia di costruire il suo giardino esoterico, scatta quando conobbe il meraviglioso parco Guell dell’architetto Gaudi’ a Barcellona. Dopo 24 anni, influenzata dalle forme morbide e dalle maestose costruzioni di questo affascinante parco, iniziò la sua avventura, costruendo a sue spese e con la collaborazione del marito Jean Tinguly, il suo giardino, incontrando notevoli difficoltà; ma la forza e la forte volontà di Niki, vinsero su tutto e su tutti.
Il giardino è costruito nelle meravigliose colline toscane, precisamente nella tenuta di Garavicchio Comune di Capalbio i cui propietari sono i Caracciolo, artefici, anch’essi della realizzazione di questo “sogno”. I primi lavori furono affidati all’esperienza dello scultore Jean Tinguely e subito dopo alla mano d’opera locale,tra cui si distinsero alcuni operai, divenuti in seguito molto importanti per la scultrice che li considerò parte della sua famiglia.
Le sculture sono realizzate internamente, con tondino di ferro di vario spessore sagomato esclusivamente con la forza delle braccia e saldato tra loro, formando una rete fitta e intrecciata; dando già una forma rassomigliante alla scultura. A quest’intreccio di ferro è stata legata della rete da gettata, poi è stato spruzzato il cemento a forza, con macchinari particolari, da una ditta specializzata, aiutati anche dagli operai del giardino. Tutto quest’intreccio di ferro e cemento a fatto si che queste sculture ciclopiche fossero anche antisismiche. Finita la parte grezza, Niki iniziò a pensare a come abbellire le sue opere; le prime prove furono con vernici brillanti a base di resine, ma furono abbandonate quando pensò a qualcosa di piu’ prezioso che le rendesse ancora più magiche e misteriose. La sua idea fu’ di rivestire le sue opere con mosaici, s’iniziò cosi’ ad usare specchio per rivestire la mano del mago, per continuare con la torre; pensò anche di usare ceramica, che era sagomata, lavorata e cotta sul posto, sperimentando nuove tecniche di lavorazione con la collaborazione di una ceramista. Furono acquistate anche una notevole quantità di lastre di vetri pregiati multicolore (vetro di Murano di Venezia), un esempio di mosaico con vetro di Murano si può vedere sul viso della sacerdotessa. Alcune opere sono state fatte da altri artisti, come le panche in ceramica poste all’esterno del giardino, le sedie in ferro e ceramica dentro l’imperatrice, e l’arredamento della biglietteria fatte da un artista francese: Pierre Marie Lejeune; gli affreschi all’interno del mago sono del pittore Alan Davie, la scultura posta dentro la sacerdotessa è di Marina Karella, mentre la costruzione della biglietteria era stata affidata all’architetto Mario Botta. Il suo muro costruito con materiale di zona (tufo), divide la realtà di tutti i giorni con la magia affascinante del Giardino dei Tarocchi dove si dissolve anche il concetto del tempo.
Oggi il giardino è diventato una fondazione privata, i suoi introiti servono soprattutto alla notevole manutenzione di cui il giardino giornalmente ha bisogno. Oggi Niki de Saint Phalle non è più tra noi ma il suo ricordo vive nel giardino e nelle sua altre numerose opere sparse per il mondo.
Durante la visita incontriamo: “Il Mago” con la sua mano ricoperta di piccole tessere di specchi, sotto “la sacerdotessa” con una bocca con cui la scultrice ha voluto fare un omaggio al giardino di Bomarzo da cui fuoriesce una piccola cascata di acqua che scivola su dei gradini ricoperti di sfoglie di ceramica, finendo in una fontana dove al centro si muove la ruota della fortuna con i suoi getti d’acqua.
Vicino troviamo la carta della forza, rappresentata da una figura femminile che, con un guinzaglio invisibile, predomina la forza brutale di un drago ricoperto di un manto di specchio verde.
“il sole” a forma di uccello posato su un arco, “la morte,” che cavalca un cavallo con una falce nella mano, il diavolo, “il mondo,” “il folle,” “ il papa”.
La carta dell’impiccato è posta all’interno dell’albero della vita, più avanti c’è “la giustizia,” una figura femminile con all’interno una macchina che rappresenta l’ingiustizia, bloccata da un cancello con un grosso lucchetto; “gli innamorati” rappresentata da Adamo ed Eva in un simpatico pic-nic.
“L’eremita,” “la torre, “l’imperatore,”che è rappresentato da un castello dove all’interno è sorretto da diverse colonne rivestite con mosaici in specchio e ceramiche. Vi troviamo anche scene di caccia, draghi, uomini feriti e una fontana che rappresenta la lussuria, con delle donne che giocano con l’acqua. La carta “dell’imperatrice” è a forma di sfinge, dove all’interno c’è un gran salone, un bagno e una piccola stanza da letto; in questo luogo ha vissuto e lavorato per diverso tempo l’ideatrice del progetto.
All’interno vi sono anche “il carro,” “la stella,” “il giudizio.” Infine “la luna” e “la temperanza”, quest’ultima posta sopra una chiesina internamente rivestita di specchio e un altarino con sopra una Madonna negra in ceramica.
Nel 1979 iniziarono i primi lavori del Giardino dei Tarocchi; l’ideatrice fu una scultrice francese di fama mondiale : Niki de Saint Phalle. Con questo giardino fantastico, la scultrice corona un suo sogno che ha inizio sin dai primi anni della sua attività. La molla che fece scattare l’impetuosa voglia di costruire il suo giardino esoterico, scatta quando conobbe il meraviglioso parco Guell dell’architetto Gaudi’ a Barcellona. Dopo 24 anni, influenzata dalle forme morbide e dalle maestose costruzioni di questo affascinante parco, iniziò la sua avventura, costruendo a sue spese e con la collaborazione del marito Jean Tinguly, il suo giardino, incontrando notevoli difficoltà; ma la forza e la forte volontà di Niki, vinsero su tutto e su tutti.
Il giardino è costruito nelle meravigliose colline toscane, precisamente nella tenuta di Garavicchio Comune di Capalbio i cui propietari sono i Caracciolo, artefici, anch’essi della realizzazione di questo “sogno”. I primi lavori furono affidati all’esperienza dello scultore Jean Tinguely e subito dopo alla mano d’opera locale,tra cui si distinsero alcuni operai, divenuti in seguito molto importanti per la scultrice che li considerò parte della sua famiglia.
Le sculture sono realizzate internamente, con tondino di ferro di vario spessore sagomato esclusivamente con la forza delle braccia e saldato tra loro, formando una rete fitta e intrecciata; dando già una forma rassomigliante alla scultura. A quest’intreccio di ferro è stata legata della rete da gettata, poi è stato spruzzato il cemento a forza, con macchinari particolari, da una ditta specializzata, aiutati anche dagli operai del giardino. Tutto quest’intreccio di ferro e cemento a fatto si che queste sculture ciclopiche fossero anche antisismiche. Finita la parte grezza, Niki iniziò a pensare a come abbellire le sue opere; le prime prove furono con vernici brillanti a base di resine, ma furono abbandonate quando pensò a qualcosa di piu’ prezioso che le rendesse ancora più magiche e misteriose. La sua idea fu’ di rivestire le sue opere con mosaici, s’iniziò cosi’ ad usare specchio per rivestire la mano del mago, per continuare con la torre; pensò anche di usare ceramica, che era sagomata, lavorata e cotta sul posto, sperimentando nuove tecniche di lavorazione con la collaborazione di una ceramista. Furono acquistate anche una notevole quantità di lastre di vetri pregiati multicolore (vetro di Murano di Venezia), un esempio di mosaico con vetro di Murano si può vedere sul viso della sacerdotessa. Alcune opere sono state fatte da altri artisti, come le panche in ceramica poste all’esterno del giardino, le sedie in ferro e ceramica dentro l’imperatrice, e l’arredamento della biglietteria fatte da un artista francese: Pierre Marie Lejeune; gli affreschi all’interno del mago sono del pittore Alan Davie, la scultura posta dentro la sacerdotessa è di Marina Karella, mentre la costruzione della biglietteria era stata affidata all’architetto Mario Botta. Il suo muro costruito con materiale di zona (tufo), divide la realtà di tutti i giorni con la magia affascinante del Giardino dei Tarocchi dove si dissolve anche il concetto del tempo.
Oggi il giardino è diventato una fondazione privata, i suoi introiti servono soprattutto alla notevole manutenzione di cui il giardino giornalmente ha bisogno. Oggi Niki de Saint Phalle non è più tra noi ma il suo ricordo vive nel giardino e nelle sua altre numerose opere sparse per il mondo.